La storia ci insegna cosa è giusto e cosa non lo è. Tuttavia, la condotta di alcuni pseudo “tifosi” spesso sfocia nell’orrido e nell’incomprensibile.
In tal senso, qualche settimana fa, l’assurda storia accaduta a Roma, dove alcuni tifosi della Lazio hanno lasciato, nella curva Sud dello Stadio Olimpico dopo la partita contro il Cagliari, alcuni adesivi, ritraenti l’immagine di Anna Frank con la maglia della Roma e scritte antisemite di ogni tipo come “romanista ebreo, hanno scatenato l’orrore e la protesta della collettività, non solo quella ebraica. La FIGC ha dato avvio a delle indagini sul caso.

Purtroppo, gli episodi di razzismo non sono nuovi nel panorama del calcio italiano e non sono repressi in maniera opportuna. Basti pensare la riapertura delle porte dello stadio per tre tifosi di Brescia accusati di aver aggredito con frasi e slogan razzisti un affollatissimo corteo di pakistani durante una manifestazione religiosa. È durato, quindi, meno di dieci mesi il divieto di accedere alle manifestazioni sportive disposto a inizio anno dal questore di Brescia e convalidato dal tribunale. Infatti la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 50928/17, ha annullato e dichiarato senza efficacia i provvedimenti emessi dal Questore di Brescia, relativamente all’obbligo di presentazione.
In quell’occasione, dove a quanto pare la storia che dovrebbe sempre insegnare qualcosa, è stata addirittura interpretata al contrario, quattro ultras della curva nord del Brescia, avevano accolto all’uscita da un pub, col saluto nazista e dito medio, al grido ossessivo di «botte, botte, botte», il passaggio in città di un corteo di oltre 5000 persone appartenenti alla comunità pakistana.
Successivamente il questore con proprio provvedimento inibiva ai facinorosi l’accesso a tutti gli stadi e gli impianti sportivi sul territorio nazionale, per cinque anni.
Introdotto in Italia per contrastare la violenza negli stadi (la scelta maturò dopo la strage dell’Heysel nel 1985), il Daspo, ricorda la Suprema Corte, scatta soltanto se l’area delle violenze commesse dai tifosi è circoscritta all’interno di una manifestazione sportiva. Si tratta, chiariscono i giudici, di tutte quelle competizioni previste dalle federazioni sportive, dagli enti e dalle organizzazioni riconosciute dal Comitato olimpico.
Insomma, nonostante le stragi avvenute nel passato, certa gente ha ancora il coraggio di osannare le idee folli di alcuni dittatori dello scorso secolo.